Mentre al Quarticciolo continua a dilagare l’emergenza crack, sui social network compaiono video che mostrano uomini e donne in condizioni di forte degrado fisico e psicologico. Le immagini, pubblicate senza alcuna censura, vengono spesso accompagnate da musiche ironiche e didascalie che ne amplificano l’umiliazione, trasformando la sofferenza in un macabro spettacolo da like.
Nel quartiere della periferia est di Roma, il crack ha ormai assunto i contorni di un’epidemia. Le strade sono popolate da persone che, piegate dalla dipendenza, vagano o si accasciano ai bordi dei marciapiedi. I residenti parlano di una situazione ormai fuori controllo e chiedono da tempo interventi concreti, ma mentre la disperazione cresce, qualcuno ha scelto di speculare su questa tragedia.
Su Instagram e TikTok è nato un profilo chiamato “Quarticciolo zombie”, dove vengono caricati filmati di persone in stato di evidente alterazione. I video, che ottengono migliaia di visualizzazioni, sono montati con sottofondi musicali che vogliono suscitare ironia: una forma di intrattenimento grottesca e disumana.
C’è, ad esempio, il video di un ragazzo che dorme sul marciapiede, ripreso da vicino mentre la canzone “Buonanotte Fiorellino” di Francesco De Gregori accompagna le immagini. In un altro filmato, una donna si cambia in strada, nuda dalla vita in giù, mentre in sottofondo risuona “Comprami” di Viola Valentino, in un’allusione di pessimo gusto che scatena commenti e risate da parte di chi guarda. Un altro post mostra una donna rannicchiata davanti a un portone, con il volto tra le braccia, e la colonna sonora scelta è “Love’s Theme” di Barry White, resa celebre in Italia dal programma C’è posta per te. Il tutto viene presentato come un contenuto ironico, come se la disperazione potesse diventare materiale da intrattenimento. In un altro video ancora, un uomo su una bicicletta per disabili tiene in braccio una donna che fuma crack, mentre la musica in sottofondo è “Ti amo” di Umberto Tozzi.
L’account, attivo da inizio ottobre, raccoglie in media tra le 4.000 e le 6.000 visualizzazioni per ogni video: numeri che testimoniano quanto l’algoritmo premi la spettacolarizzazione del dolore.
Eppure, la realtà che si nasconde dietro queste immagini è tutt’altro che “divertente”. Nelle strade del Quarticciolo, tra via Ostuni, via Molfetta, via Cerignola e la piazza del quartiere, si convive da anni con una situazione di degrado e paura. I residenti, ormai esasperati, assistono impotenti al continuo via vai di pusher e tossicodipendenti, mentre le forze dell’ordine, nonostante i controlli quotidiani, faticano a contenere il fenomeno.
Lo scorso agosto, proprio in questa zona, era passato anche Sheik Hydara, l’uomo accusato di due violenze sessuali tra Tor Tre Teste e via Prenestina. Un segnale di quanto la crisi legata al crack si intrecci con altri problemi sociali e di sicurezza.
Nel frattempo, mentre il quartiere chiede aiuto, c’è chi continua a sfruttare la disperazione altrui per ottenere qualche migliaio di visualizzazioni in più. Una deriva che, ancora una volta, mostra il lato più cinico e crudele dei social network: quello che trasforma il dolore reale in contenuto virale.
Articolo a cura di Francesca Giovannini









