Il braccialetto elettronico resta un forte argomento di discussione, anche in questi giorni più recenti, a causa dei troppi flop.
L’ultimo episodio fallimentare ha riguardato un uomo a cui era stato imposto il suddetto braccialetto per impedirgli di avvicinarsi all’abitazione della sua ex fidanzata. L’uomo, di nazionalità rumena, è riuscito a rompere l’apparecchio e, per questa motivazione, le forze dell’ordine lo hanno arrestato per danneggiamento aggravato. Si tratta di un cinquantaquattrenne con precedenti penali che dal 14 febbraio scorso era sottoposto a custodia cautelare nei confronti dell’abitazione della ex compagna e dei luoghi abitualmente frequentati dalla donna. La sessantenne infatti lo aveva denunciato a seguito di ripetuti maltrattamenti.
L’uomo sarebbe stato pertanto condannato a portare il braccialetto elettronico in veste preventiva.
Il braccialetto elettronico va indossato come una cavigliera, in modo da poter essere coperto da vestiti e reso poco visibile a terzi. È un oggetto leggero, impermeabile (in maniera tale da non impedire il consueto svolgimento della routine igienica di chi lo indossa) e non fastidioso, atto ad evitare eventuali escoriazioni. Naturalmente, solo ed esclusivamente le autorità competenti possiedono i permessi per rimuoverlo. Permessi bypassati dell’uomo sopra citato.
Ogni tentativo autonomo di rimuovere impropriamente il dispositivo porta lo stesso a suonare.
È progettato per inviare un alert sia alla potenziale parte lesa che alle forze dell’ordine ogni qualvolta il soggetto incriminato si avvicina alla vittima in questione. In questo modo è possibile, grazie ad un sistema di geolocalizzazione inserito nel braccialetto, individuare la posizione dell’incriminato e intervenire immediatamente.
Questo dispositivo ha lo scopo di prevenire reati di violenza e stalking. Per tali reati, il codice penale prevede il divieto di avvicinamento alla vittima e di qualsivoglia contatto tramite telefono o social network.
Va sottolineata la differenza tra il braccialetto elettronico e quello anti stalking. Il primo è quello per i soggetti agli arresti domiciliari, il secondo invece prevede due dispositivi, uno per lo stalker e un’altro (una specie di telefono GPS) per la vittima che verrà prontamente avvisata qualora il suo persecutore si avvicini.
Sono numerosi i casi di malfunzionamento di queste tipologie di braccialetti, su tale argomento una profonda indagine della trasmissione televisiva “Le Iene” ha acceso i riflettori su questo problema che, alla situazione attuale, non sta tutelando le persone coinvolte come dovrebbe.
Altro tragico episodio, avvenuto nel Foggiano, si è consumato nei giorni scorsi con l’ennesimo femminicidio. Celeste Palmieri, donna cinquantaseienne di San Severo, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco dal marito Mario Furio, cinquantanove anni, che in seguito si è suicidato. Celeste Palmieri si era rivolta nel maggio scorso al centro antiviolenza di Foggia a causa dei comportamenti violenti del marito. Ma tutti gli sforzi si sono rivelati inutili e, anche in questo caso, il braccialetto elettronico dell’aggressore, non ha funzionato come avrebbe dovuto.
Articolo a cura di Irene Leo