Venerdì 4 luglio, presso la sala Giovanni Paolo II in Gerano, alle ore 18.30, saranno presentate due pubblicazioni. I rispettivi autori, Giuseppe Tommaso Patrizi e Marina Durand de la Penne, secondo due prospettive diverse, hanno voluto esaminare le comunità di Rom e Sinti che in occasione della festa di Santa Anatolia (10 luglio a Gerano), e dell’omonima fiera, si recano sul luogo, per devozione religiosa e per tradizione.
“Due giorni sotto lo stesso cielo” – Rom e Sinti nella tradizione culturale e religiosa geranese.
Autore: Giuseppe Tommaso Patrizi
La pubblicazione, con i paragrafi che la compongono, ha l’intento di far conoscere un po’ meglio “gli zingari”, la loro storia di emarginazione e di rifiuto, la loro vita e la loro cultura, il concetto di famiglia e religione, senza tralasciare gli aspetti che hanno caratterizzato la vita di Santa Anatolia, la devozione da parte delle comunità Rom e Sinti, l’evolversi della omonima fiera, ma anche portare il lettore a considerare la mancata integrazione, per i pregiudizi ereditati negli anni. In sostanza uno stimolo alla riflessione, ma senza rammarico per qualcosa oramai accaduto in passato ma, piuttosto, alla necessità di una apertura verso gli altri, i diversi da noi, portatori di una cultura né migliore né peggiore, ma solo diversa dalla nostra, affinché una qualsiasi chiusura all’integrazione, non esista e non resista nelle nuove generazioni.
“Rom e Sinti Raccontati dalla pubblicità e loro culto per Santa Anatolia”.
Autrice: Marina Durand de la Penne
In questo secondo libro, il racconto cede il passo alle immagini, in particolare della pubblicità che per loro natura devono essere immediate e, seppur mute devono racchiudere un mondo. Scopriamo così che nelle scatole pubblicitarie, il compito di “testimonial” è affidato alle donne.
Donne bellissime dallo sguardo magnetico, riconoscibili da un particolare “attributo” che può essere l’abito, un’acconciatura, delle carte o il leggere una mano.
Le storie di vita le ritroviamo sulle figurine, mezzo pubblicitario in gran voga all’inizio del Novecento che venivano regalate con il cioccolato e altri prodotti. Con loro il racconto si fa più dettagliato, in serie generalmente di sei “quadri” ci illustrano i vari aspetti della vita dei Rom: la musica, il ballo, i cavalli, i lunghi viaggi in carri o roulotte.
Dalle cartoline, vediamo scene di vita vissuta e mestieri, ma il racconto più crudo lo troviamo di sicuro nelle fotografie di accampamenti durante la Seconda guerra mondiale quando, alla stregua degli ebrei subirono un vero e proprio genocidio che sterminò oltre 1 milione di ‘Romani’.
Oltre al danno la beffa, al Processo di Norimberga, coloro che dovevano riconoscerne il genocidio si “dimenticarono” di invitarli a testimoniare; conseguenza fu che nessuno di loro ebbe alcun risarcimento né economico né morale né sociale.
Per una maggiore valorizzazione degli argomenti trattati, a partire dal 9 luglio, presso il prato di S. Anatolia in Gerano, in occasione della omonima festa e fiera, in onore della santa, saranno disponibili i due libri e da ammirare una piccola ma significativa, esposizione di scatole riguardanti le comunità Rom e Sinti.
Articolo a cura della Redazione