Gli scacchi, nati circa 1.500 anni fa, hanno attraversato i secoli trasformandosi da semplice passatempo a “sport intellettuale” di livello mondiale.
Secondo il poema epico persiano Shahnameh (Libro dei Re), il gioco nacque in India nel VI secolo per rappresentare una disputa dinastica. Il suo predecessore, il Chaturanga, rifletteva la struttura militare dell’epoca con fanteria, cavalleria, elefanti e carri, poi evolutisi nei pezzi che conosciamo oggi.
Nel Medioevo gli scacchi si diffusero in Europa e Asia grazie alla Via della Seta e agli imperi musulmani. Erano amati da sovrani come Carlo Magno e Ivan il Terribile, mentre nel XV secolo subirono una trasformazione con l’introduzione della regina e dell’alfiere, rendendo il gioco più strategico.
Il primo campionato internazionale si tenne nel 1834, ma fu nel XX secolo che il gioco divenne una questione politica: durante la Guerra Fredda, l’URSS dominò la scena scacchistica, vincendo tornei contro il “resto del mondo”.
Negli anni ’90 una nuova sfida: l’intelligenza artificiale. Nel 1997, il supercomputer IBM Deep Blue sconfisse il campione del mondo Garri Kasparov, segnando una svolta epocale.
Oggi gli scacchi continuano a essere un fenomeno globale, tra competizioni online, intelligenza artificiale e nuove generazioni di giocatori.
Articolo a cura di Francesca Giovannini