Poco meno di un mese fa è stata presentata, ad Ariccia, la delibera relativa alla realizzazione del primo Polo universitario dei Castelli Romani. L’intervento coinvolgerà un’area di 21mila metri quadri situata tra via Nettunense e via Campoleone, vicino al Nuovo Ospedale dei Castelli Romani.
Il maxi studentato, assieme agli alloggi per gli studenti, rientra nella realizzazione di una struttura completa che includerà aule, laboratori e servizi complementari come ristoranti, spazi per lo studio, una biblioteca, aree ricreative e collegamenti rapidi con Roma. Il costo complessivo sarà di 23 milioni di euro.
Sul finire del 2025, a 12 mesi dall’avvio del cantiere, verrà ultimato lo studentato come parte di un progetto più ampio, che prevede l’edificazione di una Università privata nella stessa area e di altre strutture adiacenti, come residenze per anziani e spazi commerciali. L’obiettivo è completare il Polo Universitario entro l’inizio del 2026, per poi procedere con gli altri interventi privati.
Se dovessero arrivare i finanziamenti richiesti, le iniziative avrebbero il potenziale di creare una sinergia fra i diversi servizi offerti e di trasformare Ariccia in un centro di riferimento per l’istruzione superiore, anche da altre parti d’Italia e d’Europa, con ricadute molto positive nella qualità della vita e della formazione del paese e dei suoi dintorni.
Gli alloggi universitari avranno grande rilevanza nel progetto, poiché permetteranno a quest’ultimo di essere autofinanziato con gli affitti che ne derivano, mantenendo quindi i costi accessibili per gli studenti.
Il progetto avrà inoltre un’ampia partecipazione da parte dei potenziali operatori economici: l’operatore vincitore della gara avrà la gestione del polo residenziale per un massimo di 12 anni, con la responsabilità di progettare e realizzare i lavori, oltre alla gestione dei servizi. L’iniziativa è ambiziosa e, se richiesto dal privato, potrebbe beneficiare dei finanziamenti da parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), trasformando il progetto in un impulso all’economia locale.
Articolo a cura di Mattia Parravano