Un tornado è un fenomeno meteorologico improvviso e violento. Nell’epicentro del tornado dati incredibili: vento che arriva a 600 Km/h, una pressione bassissima, inferiore ai 900 millibar.
La tromba d’aria può avere un’ampiezza di 300 metri e si origina durante forti temporali.
Prima della formazione del tornado, durante la violenta perturbazione, la pressione scende improvvisamente di 60-70 millibar in pochi minuti. Determinate condizioni provocano la formazione del tornado, l’aria viene “risucchiata” verso il centro della perturbazione e le forze di Coriolis gli permettono di ruotare verso destra dando inizio al vortice.
Recenti studi hanno dimostrato che le trombe d’aria (o tornado) nel Mediterraneo e in tutta l’Italia, non sono eventi così rari come molti pensano.
Un lavoro a cura dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-Isac) ha confermato che ci sono delle aree maggiormente coinvolte al rischio di tornado di forte intensità.
Queste aree sono rappresentate principalmente dalle regioni centrali che si affacciano sul Tirreno, come il Lazio, le regioni sud-orientali, come Puglia e Calabria e la Pianura Padana.
In Italia i tornado sono sempre più frequenti?
“L’intensificazione di tali fenomeni, nel corso degli anni, è condizionata anche dal cambiamento climatico in atto, essendo confermato che esistono delle forzanti specifiche, come la temperatura superficiale del mare, con un ruolo importante nello sviluppo di tali eventi. Le regioni centrali tirreniche Italiane possono essere definite come un hot-spot per i tornado nell’area mediterranea. A tale riguardo, sono stati analizzati 32 anni di dati (1990-2021), isolando un numero considerevole di eventi tornadici ad elevata intensità (445 su tutta Italia). Le analisi statistiche sono state condotte analizzando sia misure (radiosondaggi) sia output da modelli a grande scala (re-analisi), al fine di individuare le condizioni atmosferiche dominanti associate ai tornado individuati. È stato quindi possibile definire delle specifiche configurazioni atmosferiche prevalenti, potenzialmente favorevoli al loro sviluppo nell’area in studio“.- come sottolineato dal Cnr-Isac
“I risultati hanno mostrato come sia possibile prevedere con successo valori elevati di specifici indicatori d’instabilità atmosferica e di convezione profonda tipici dei tornado, nonché di simulare correttamente la struttura delle celle convettive responsabili della genesi di tali eventi. Il risultato pone l’accento sull’importanza di un sistema meteorologico integrato modellistico/osservativo dedicato al monitoraggio e alla previsione operativa di tali fenomeni intensi” -ha concluso il ricercatore.
Recentemente ci sono stati violenti tornado e incredibili grandinate nella città di Milano, con venti fino a 200 Km/h, a causa del quale la Lombardia chiederà lo stato di calamità.
L’Assessore dell’Agricoltura Alessandro Beduschi ha infatti evidenziato:
“Nelle prossime ore inizierà da parte delle strutture periferiche regionali la ricognizione dei danni, che ci porterà poi a chiedere al governo lo stato di calamità e la deroga al Decreto Legislativo 102, per essere vicini alle aziende agricole che hanno visto raccolti devastati in un periodo cruciale dell’attività nei campi. Questi eventi estremi sono purtroppo sempre più diffusi e per chi vive di agricoltura pochi minuti di grandine significano pesanti disagi e nei casi più gravi la perdita di raccolti che rappresentano il lavoro di un’intera stagione. Per questo d’accordo con il presidente Attilio Fontana la Regione agirà subito per attivare tutti gli iter necessari per la mappatura dei danni nelle varie province per poi procedere a deliberare la richiesta di calamità al ministero“.
Preziosi gli interventi dei vigili del fuoco per i loro interventi costanti a Milano e tempestivo l’intervento delle Amministrazioni locali coinvolte dai fenomeni metereologici.