Chi non ha mai provato a risolvere il cubo di Rubik?
Questo colorato rompicapo ha messo alla prova milioni di persone in tutto il mondo, regalando tanto divertimento quanta frustrazione. Con oltre quarantatre trilioni di configurazioni, il cubo, noto anche come “cubo magico”, è diventato il rompicapo più famoso di sempre. La soddisfazione di riportarlo alla sua configurazione originale, con ogni faccia di un solo colore, è un traguardo ambito da tanti appassionati.
Il suo ideatore è Ernő Rubik, nato a Budapest nel 1944, figlio di un ingegnere aeronautico da cui ereditò la passione per la meccanica e la progettazione. Dopo aver studiato scultura e architettura, nel 1974, mentre insegnava all’università di Budapest, creò un cubo di 27 blocchi di legno per spiegare ai suoi studenti i concetti della geometria tridimensionale. Per mantenerlo unito utilizzò elastici che si ruppero con l’uso, rivelando così l’incredibile numero di combinazioni possibili.
Affascinato dal potenziale del suo rompicapo, Rubik applicò adesivi colorati su ogni lato del cubo e iniziò a sperimentarne le rotazioni. Ma ben presto si rese conto che riportarlo alla sua configurazione iniziale era tutt’altro che semplice.
Dopo aver brevettato la sua invenzione Rubik presentò il cubo a una cooperativa di Budapest che lo produsse in piccole quantità. Nel 1977 propose la sua idea a Konsumex, l’azienda statale ungherese responsabile delle esportazioni ma, inizialmente, il progetto non ottenne attenzione. Fu solo grazie all’incontro con Tibor Laczi, un esperto di marketing, che il cubo raggiunse il mercato internazionale.
Nel 1979, alla Fiera del Giocattolo di Norimberga, il cubo attirò l’interesse di Tom Kremer che riuscì a ottenere un accordo con l’azienda statunitense Ideal Toy Company. Da quel momento il successo fu immediato: il cubo divenne un fenomeno mondiale vincendo premi prestigiosi tra il 1980 e il 1981 e conquistando milioni di persone.
Il cubo di Rubik ha ispirato matematici e scienziati che hanno studiato le sue possibili soluzioni. Nel 2019 ricercatori dell’Università della California hanno sviluppato un algoritmo in grado di risolverlo con il minor numero di mosse possibili nel 60% dei casi. Il numero minimo di mosse necessario per completarlo è noto come “Numero di Dio” e, secondo alcuni studi, sarebbe pari a venti.
Oltre a essere protagonista di competizioni ufficiali di speedcubing, in cui gli esperti risolvono il cubo nel minor tempo possibile, il rompicapo è apparso anche nel mondo del cinema con il film Cube (1997) e il documentario Netflix del 2020 dedicato ai migliori giocatori.
Dopo quasi 50 anni il cubo di Rubik continua a essere un’icona della logica e della creatività, un gioco senza tempo che sfida la mente di chiunque osi affrontarlo. E tu… riusciresti a risolverlo?
Articolo a cura di Francesca Giovannini