A Hong Kong, una delle città più costose del mondo, oltre 220.000 persone vivono in condizioni estreme all’interno di mini-alloggi illegali noti come case-bara. Si tratta di spazi angusti, spesso di appena 1,5 metri quadrati, ricavati da vecchi appartamenti suddivisi abusivamente per rispondere alla crescente domanda di alloggi a basso costo.
Gli alloggi illegali di Hong Kong, grande metropoli della Cina, si suddividono in diverse categorie, dalle meno degradanti alle più estreme.
- Mini-appartamenti: unità di circa 10 metri quadrati ricavate da monolocali più grandi, spesso condivise da più persone, con un affitto che può superare i 600 euro al mese.
- Case-sgabuzzino: stanze di appena 3,5 metri quadrati, prive di bagno privato e con spazi ridotti al minimo, che costano circa 450 euro mensili.
- Case-bara: veri e propri loculi in legno o metallo dove è possibile solo sdraiarsi, con un affitto medio di 350 euro.
- Case-gabbia: la condizione abitativa più disumana, con letti inseriti in strutture di rete metallica impilate una sull’altra, senza alcuna privacy e con affitti intorno ai 170 euro.
La maggior parte degli abitanti di questi alloggi sono persone a basso reddito, pensionati, lavoratori precari e persino bambini: si stima che almeno 50.000 minorenni vivano in queste condizioni. La causa principale di questa emergenza abitativa è l’altissimo costo degli immobili a Hong Kong, dove il prezzo medio di un appartamento supera i 20.000 dollari al metro quadrato.
Nonostante i tentativi del governo di limitare il fenomeno, il numero di unità abitative abusive è in crescita e il problema sembra ancora lontano da una soluzione. Vivere non dovrebbe essere un lusso, ma a Hong Kong sembra esserlo sempre di più.
Articolo a cura di Francesca Giovannini