I più recenti dati dell’Agenzia delle Entrate delineano una fotografia chiara del livello dei redditi in Italia e, in particolare, nel Lazio. La regione si conferma al quarto posto nazionale per reddito medio dichiarato, dietro a Lombardia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna. Un risultato complessivamente positivo, ma che nasconde differenze molto marcate all’interno del territorio.
Il reddito medio annuale dei cittadini laziali risulta inferiore di circa 2.000 euro rispetto a quello dei lombardi, che superano i 26.300 euro pro-capite. Entrando però nel dettaglio delle singole province, emergono disparità significative.
La provincia di Roma trascina l’intera regione verso l’alto: il reddito medio pro-capite nel 2023 ha infatti superato i 28.200 euro, collocandola nettamente sopra il resto del Lazio. Le altre province mostrano numeri molto più contenuti:
- Rieti e Frosinone: poco sopra i 23 mila euro;
- Viterbo: 22.452 euro;
- Latina: circa 200 euro in meno rispetto a Viterbo.
Differenze che rivelano un Lazio a due velocità, dove l’area metropolitana della Capitale concentra ricchezza e opportunità economiche molto più delle zone periferiche o rurali.
Il dato più sorprendente arriva però dalla classifica dei singoli Comuni. A conquistare il primo posto come città più ricca del Lazio è Grottaferrata, ai Castelli Romani, con un reddito pro-capite che raggiunge i 29.724 euro. Un risultato che la porta a superare persino Roma, collocandosi come realtà di forte benessere, attrattività e qualità della vita.
Subito dopo Grottaferrata si posizionano:
- Roma
- Formello
- Monte Porzio Catone
- Sacrofano
- Frascati
Una graduatoria che conferma la presenza di numerosi centri benestanti nell’area dei Castelli Romani e nel quadrante nord di Roma, zone storicamente caratterizzate da standard abitativi elevati, presenza di professionisti, e redditi familiari superiori alla media regionale.
I dati mostrano come nel Lazio convivano territori con performance economiche molto diverse. Da un lato, poli ricchi e dinamici come Grottaferrata e alcune aree dell’hinterland romano; dall’altro, province che faticano a tenere il passo e in cui il reddito medio resta distante dai livelli delle regioni più floride d’Italia.
Uno scenario che può diventare spunto di riflessione per amministrazioni locali e istituzioni, nell’ottica di politiche mirate a colmare il divario territoriale, favorendo sviluppo, investimenti e maggiore equilibrio socio-economico all’interno della regione.
Articolo a cura di Francesca Giovannini









