Racconta la leggenda che l’angelo del Signore dettò in sogno a Pierluigi da Palestrina la partitura della messa di Papa Marcelli. Ed è proprio da L’Angelo, scultura in ceramica raku di Maria Felice Petyx, che muove la mostra Pierluigi.
La Vita, la musica e i suoi luoghi, ospitata, fino al 25 maggio nella Casa Museo di Pierluigi (vicolo Pierluigi 3, Palestrina).
L’esposizione, articolata in due sezioni, presenta una ventina di opere di altrettanti artisti contemporanei diversi per generazioni e scelte espressive.
La prima sezione, nella sala Cingolani, si sofferma sulla vita, la musica e i luoghi di Pierluigi. Di Monica Bavaro una sintesi prospettica di piazza San Pietro; di Marco Diaco i luoghi frequentati da Pierluigi intervallati da note musicali; di Francesca Provenzano una scenografica veduta di Santa Maria Maggiore. Maurizio Lupo rappresenta con un impeccabile realismo lo studio di Pierluigi; Anna Salvati, con un segno narrante il pozzo della casa natale e Susy Senzacqua con una pennellata di ascendenza impressionista una veduta della città di Palestrina. Maria Ceccarelli, in arte Mac, rielabora il cantico di Salomone con un gioco di segni vibranti e Paolo Derbio converte in onde sonore un frammento del Te Deum. Lorenzo Saldi trasforma la composizione pittorica in una sorta di spartito musicale e Paolo Cannucciari incide in un notturno di forme simboliche note musicali. E ancora: Felixandro proietta la figura di Pierluigi nell’universo cosmico, Giulio Tomassi riporta in primo piano la musica del grande compositore e Stefano Sorrentino trasporta, con due lavori digitali, l’immagine solenne di Pierluigi nella nostra quotidianità. Da controcanto l’installazione di Beatrice Palazzetti, Note in fuga, che si mettono in movimento ad un semplice soffio di vento.
La seconda sezione, sala Barberini, mette in dialogo due ritratti rinascimentali di Pierluigi da Palestrina con quelli di altri pittori invitati alla rassegna. Specchio dei tempi e della contemporaneità in Tiziana Tripodi; classico-rinascimentale in Paul De Haan; magico e surreale in Domiziana Renzi; rappresentativo e magister dell’arte sua in Cecilia Bossi; super-pop in Anna Salvati.
Articolo a cura della Redazione