Ai Pratoni del Vivaro, tra Rocca di Papa e Lariano, è in programma un intervento di grande portata: 14 ettari di boschi di castagno saranno sottoposti a taglio ceduo. L’area, che si trova a ridosso del Centro Federale Equestre, sarà oggetto di lavori che interesseranno piante di circa 25-27 anni, per una superficie pari a quasi 30 campi da calcio.
Per chi percorre abitualmente queste strade il bosco rappresenta da anni una cornice verde che caratterizza il paesaggio. Nei prossimi mesi, però, la vista cambierà: i tronchi saranno abbattuti, le aree di lavoro delimitate e l’ambiente diventerà più aperto, in attesa di una nuova fase di rigenerazione naturale.
La decisione è arrivata dopo un iter amministrativo complesso: la Città Metropolitana di Roma Capitale ha rilasciato l’autorizzazione alla società agricola proprietaria dei terreni, con sede a Pomezia. Il via libera è stato concesso solo dopo verifiche tecniche, pareri ambientali e controlli da parte degli uffici competenti.
Secondo i piani di gestione forestale, i castagneti della zona hanno raggiunto la “fine turno” e devono essere tagliati per permettere al bosco di rinnovarsi.
L’area si trova all’interno del Parco Naturale dei Castelli Romani, ma non nelle zone a protezione integrale. Per questo motivo l’Ente Parco ha espresso parere favorevole, stabilendo che l’intervento è compatibile con le norme vigenti.
Resta comunque il fatto che per anni il paesaggio apparirà diverso: i nuovi polloni impiegheranno tempo a crescere e a restituire al Vivaro l’aspetto di un bosco maturo.
L’autorizzazione prevede condizioni stringenti:
- conservazione di alcune piante madri per garantire la ricrescita,
- rispetto delle specie autoctone,
- messa in sicurezza dei cantieri e tutela dei frequentatori dell’area.
I lavori dovranno terminare entro 18 mesi, con eventuali proroghe soggette a nuove valutazioni. La Polizia Metropolitana e i Carabinieri Forestali controlleranno lo svolgimento delle operazioni.
L’attenzione resta alta: di recente, nella zona di Monte Cavo, un altro intervento boschivo era stato sospeso per gravi irregolarità, con residui di legname e ramaglie lasciati a terra, aumentando il rischio di incendi.
Per questo motivo, le associazioni ambientaliste e i cittadini chiedono controlli scrupolosi, affinché i lavori al Vivaro non compromettano l’equilibrio naturale dei Castelli Romani.
Articolo a cura di Francesca Giovannini









