Sconcerto e indignazione a Roma quando due turiste tedesche, dopo aver preso tre caffè e un cappuccino in un bar, hanno dovuto fare i conti con uno scontrino a dir poco alto, ben 64 euro.
Alla consegna dello scontrino, le due donne sono rimaste senza parole e hanno chiesto spiegazioni alla titolare. Quello che nel loro immaginario doveva essere un “piccolo sfizio” si è trasformato in una spesa ben lontana dagli standard tradizionali.
In poco tempo la vicenda ha fatto il giro dei social e dei media, alimentando un acceso dibattito: sarebbe speculazione deliberata ai danni dei visitatori o il risultato di qualche fattore meno evidente?
Messa sotto pressione, la titolare è intervenuta pubblicamente per giustificare il prezzo. Sebbene abbia presentato la sua spiegazione, sottolineando che il menù del locale è chiaramente esposto e visibile a tutti i clienti e che le turiste avrebbero dovuto controllare i prezzi prima di ordinare, molti utenti, e le stesse turiste, restano perplessi e polemici.
Resta da chiarire se episodi del genere siano la punta di un fenomeno più ampio nella ristorazione turistica o un caso isolato. Una cosa però è certa: un conto di 64 euro per tre caffè e un cappuccino ha scatenato un eco mediatico, alimentando la discussione su prezzi, trasparenza e rispetto del turista.
Continuano ad arrivare reazioni, giudizi e critiche: un caso clamoroso che riflette un malessere economico più ampio, e che ancora oggi divide l’opinione pubblica.
Articolo a cura di Francesca Giovannini









