Ogni santuario ha racchiusi, in sé, i frammenti della storia del territorio in cui si trova.
Luoghi colmi di fascino e mistero, talvolta immersi nella natura, la cui storia è spesso legata al Comune di appartenenza. Vediamo insieme i 6 più celebri santuari del Lazio.
• Santuario della Santissima Trinità
Piccola gemma meta di numerosissimi pellegrinaggi, incastonata a 1337 metri di altitudine sotto una rupe del Monte Autore, a confine tra il Lazio e l’Abruzzo, più precisamente nel Comune di Vallepietra. La sua posizione è suggestiva, a strapiombo sulla Valle del Simbrivio.
Il percorso per arrivarvi è tortuoso ma la meta è davvero meritevole, nel piazzale del santuario si possono visitare diverse strutture come la chiesa e tre diverse graziose cappelle. Molti affreschi decorano gli interni, tra cui i più famosi raffiguranti proprio la Trinità e le Tre Persone.
Santuario di Greccio (Greccio)
Il più celebre dei 4 santuari fondati da San Francesco d’Assisi nella Valle Santa Reatina. È chiamato anche “il santuario del presepe” perché proprio qui il santo, nel 1223, inventò il presepe.
Il colpo d’occhio dall’esterno è incredibile. L’edificio, tra il verde della selva, è incastonato nella roccia e sembra quasi che sia parte di essa. La prima rappresentazione della nascita di Gesù avvenne in quella che poi sarà il nucleo di tutto il santuario, la Cappella del Presepio. Scavata nella roccia, al suo interno possiamo trovare gli affreschi che raccontano e commemorano quei momenti. Nel resto dell’edificio possiamo percorrere i luoghi di vita quotidiana del Santo e dei primi frati.
• Santuario Madonna del Divino Amore (Roma)
A Castel di Leva, alle porte di Roma, sorge un piccolo santuario che da oltre cinquant’anni accoglie tantissimi visitatori. La sua storia ruota intorno alla leggenda di un pellegrino smarrito in quella che, ai tempi, era un’estensione arida e ostile presa di mira da briganti e banditi. Accerchiato da grandi cani rabbiosi, il pellegrino si accorse di un quadro sulla sommità di un castello, ritraente su di un trono la Vergine Maria con in braccio Gesù, e implorò la sua grazia con tutta la forza che aveva. I cani di colpo si dileguarono e Castel di Leva venne travolta dai racconti del sopravvissuto, così come il quadro, tanto da diventare meta di tantissimi pellegrini come mai prima di allora. L’eco fu così ampio che la gerarchia ecclesiastica nel 1745 spostò il quadro nella Chiesa appena edificata e il tragitto venne accompagnato dalla grandissima folla che si era radunata. L’affresco tornò nella leggenda nel 1944, quando fu trasferito nella chiesa di Sant’Ignazio per proteggerlo dalla devastazione della guerra che aveva colpito i dintorni. I romani supplicarono la Madonna del Divino Amore per la salvezza e fecero voto per erigere un nuovo santuario, che venne ultimato nel 1999. Nel nuovo santuario è conservato il pulpito su cui Papa Pio XII lesse il testo di voto dei romani, da allora i visitatori non hanno fatto altro che aumentare.
• Santuario Madonna delle Cese (Collepardo)
Nascosto alle pendici di una scogliera e custodito da un’antica grotta, il Santuario della Madonna delle Cese si trova a Collepardo, in provincia di Frosinone. La tradizione racconta di un’apparizione della Vergine Maria ad un eremita, dipinta in modo rupestre sulla roccia della grotta. Da qui nascerà poi la storia della Certosa di Trisulti, il magnifico monastero sede dell’antica farmacia gestita dai certosini. L’effige della Madonna è ora custodita qui. Al suo posto nel santuario, costituito dalla piccola chiesa e dagli alloggi, troviamo un quadro a maiolica. Sul retro una piccola fonte d’acqua, meta di pellegrinaggio di molti fedeli. Da non perdere il sentiero nel verde che porta da e verso la Certosa di Trisulti, distante solamente un paio di chilometri. Il silenzio e l’immersione nella natura creano una sensazione di pace e legame con la spiritualità.
• Santuario della Mentorella (Guadagnolo)
Uno dei più antichi santuri d’Italia, situato sulla sommità di Guadagnolo, a più di oltre 1000 metri d’altezza, affacciato sulle pareti rocciose che ormai sono diventate ambita meta degli arrampicatori. La sua edificazione è attribuita a Costantino nel IV secolo ed è legata al mito di Sant’Eustachio, uno dei primi martiri cristiani, simbolo di coraggio, convertito al cristianesimo e che rimase vicino alla sua famiglia fino alla loro esecuzione.
Il Santuario della Mentorella è noto anche per la forte frequentazione da parte di Papa Giovanni Paolo II tanto che, in suo onore, fu realizzato il “sentiero Wojtyla”, proprio a ridosso del Santuario, tra la quiete e la natura.
• Santuario della Fortuna Primigenia (Palestrina)
Probabilmente il più grande esempio in Italia dell’architettura romana repubblicana e motivo d’orgoglio della città di Palestrina, ai tempi Praeneste. Il tempio era diviso in due poli, dedicati rispettivamente al culto della fecondità della dea e a quello oracolare: le terrazze inferiori, con le dediche sacre e le vasche lustrali per la purificazione, sono collegate a quelle superiori tramite una doppia rampa. Stando alle fonti era la quarta terrazza ad ospitare la statua della dèa madre della fertilità a cui si rivolgevano mamme e figlie, intenta ad allattare i futuri dèi Giove e Giunone.
Articolo a cura di Mattia Parravano