È stato siglato nei giorni scorsi, alle Terme di Diocleziano a Roma, il protocollo d’intesa per la candidatura del sito di Via Appia a Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Un progetto di grande rilevanza “Via Appia – Regina Viarum” che da Roma a Brindisi coinvolge 4 regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 12 tra province e città metropolitane e 73 comuni. “La regina delle strade” vanta una lunghezza complessiva di 120.000 km di lunghezza, costituendo ancora oggi il nerbo dell’articolata viabilità del bacino del Mediterraneo.
Oltre 2300 anni di storia (strada millenaria i cui lavori di costruzione sono iniziati nel 312 a.C. per volere di Appio Claudio Cieco, da cui la via prende il nome), per una tratta magica e suggestiva che attraversa metà del Paese.
Diversi sono i motivi a supporto della candidatura. Via Appia rappresenta il prototipo del sistema viario romano e dell’ingegneria del tempo (aspetto culturale che le candidature Unesco richiedono), una strada evolutasi in diverse tappe della storia congiungendo prima Roma a Capua, poi a Benevento e Venosa. Successivamente a Taranto e infine a Brindisi.
Un grande progetto e una nuova sfida che, in caso di esito positivo, potrebbe rappresentare un’occasione di crescita e di sviluppo per un territorio molto ampio.