Il sito archeologico di Gabii, situato a 20 km a est di Roma, vedrà presto un importante intervento per il restauro e la valorizzazione. Il Ministero della Cultura ha infatti inserito tra gli interventi ammessi al finanziamento nella Programmazione Triennale Lavori Pubblici 2023-2025 il progetto relativo all’antica città posta al XII miglio della via Prenestina.
Il finanziamento di 200.000 euro sarà utilizzato per una campagna di scavo, restauro e valorizzazione del Tumulo di Gabii nel territorio di Monte Compatri.
L’Amministrazione Comunale, tramite il Sindaco Francesco Ferri, ha dichiarato grande soddisfazione per la notizia e ha ringraziato la Soprintendenza e il Ministero per la risposta tempestiva, convinta che la collaborazione tra enti porterà a risultati importanti.
L’assessore alla Cultura e al Turismo, Serena Gara, ha affermato che l’intervento avrà una ricaduta molto positiva per la valorizzazione dell’intero tratto della via Prenestina antica, mediante un’area archeologica che vedrà protagonista il Comune di Monte Compatri e aprirà interessanti opportunità per il turismo di tutto il territorio.
Gabii costituisce uno dei più significativi e importanti siti archeologici del territorio e un ampio settore di esso, pari a circa 70 ettari, è stato acquisito al Demanio dello Stato e assegnato in uso dal Mibact alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, con l’obiettivo di realizzarne un parco archeologico suburbano.
Il sito rappresenta oggi un contesto di ricerca straordinario grazie alle importanti strutture e agli edifici della antica città che sono ancora in gran parte conservati sotto il terreno di campagna. Questo grazie alla mancanza di interventi costruttivi e di trasformazione dopo l’abbandono del sito, avvenuto intorno alla metà dell’XI secolo.
Negli ultimi anni, le indagini della Soprintendenza Speciale e le collaborazioni con importanti enti di ricerca italiani e stranieri stanno consentendo di riportare alla luce la storia e le vicende urbanistiche di Gabii, riportandola al centro del panorama archeologico italiano.