Sembrava essere uno dei grandi segreti del mondo dell’alta pasticceria, una ricetta esclusiva tramandata di generazione in generazione dal lontano 1967 quando Angelo Pennisi elaborò quella che è, a tutti gli effetti, una delle Creme più buone d’Italia.
Tale ingrediente, che si è rivelato negli anni uno dei segreti del forte successo della Pasticceria Pennisi, ha spinto migliaia e migliaia di buongustai a recarsi a pochi km da Roma, a Palestrina per l’esattezza, ad assaggiare la rinomata Crema Pennisi.
La Crema Pennisi, utilizzata all’interno della pasticceria per farcire qualsiasi tipo di bontà (cornetteria, aragoste, bombe, bignè, ecc), si contraddistingue per il suo sapore dolce e intenso che ha rappresentato, per i mastri pasticceri Pennisi, un elemento chiave per ottenere numerosi premi e riconoscimenti.
Paragonata un po’ alla storia della ricetta segreta della Coca-Cola, la Crema Pennisi fu tramandata da Angelo Pennisi, padre fondatore della pasticceria, a sua figlia Rosaria, che oggi ne custodisce gelosamente la composizione insieme a suo figlio Francesco e a un team meticolosamente selezionato con obbligo di segreto professionale.
Ebbene oggi, 1° Aprile 2024, questa ricetta segreta di una crema amatissima, tanto dagli adulti quanto dai bambini, ha rischiato di essere svelata, senza alcun preavviso, su La Dea Bendata.
Gli ex-dipendenti, alcuni dei quali in pensione, custodi di un segreto professionale di grande valore, non se la sono sentita di “spifferare” ai quattro venti la ricetta segreta.
Così siamo andati direttamente in pasticceria a spiare il laboratorio e a cercare di “estorcere” informazioni a Rosaria Pennisi ma, come temevamo, non c’è stato nulla da fare. E allora abbiamo rinunciato, nonostante la curiosità fosse ancora tanta, così come i numerosi commenti degli utenti che, sui social della Pasticceria, chiedono costantemente quali siano gli ingredienti che fanno della Crema Pennisi un vero e proprio patrimonio d’alta pasticceria.
Forse è giusto così perchè un’eccellenza tale è giusto che rimanga custodita, protetta, valorizzata, e non resa commerciale o dozzinale come potrebbe rischiare di diventare.
Noi ci abbiamo provato a scoprire la ricetta segreta ma poi ci siamo resi conto che non aveva senso, e non sapevamo come dirvelo così, ve lo diciamo oggi, su questo giornale online, in barba a uno dei più antipatici pesci d’aprile!
Articolo a cura di Laboratori del Brand