Questa proposta turistica si ispira ad una politica che intende valorizzare non soltanto le aree di maggior interesse turistico, già oggetto di studio e meta consolidata dei tour operator, ma anche favorire la conoscenza di quei piccoli borghi, meno noti o sconosciuti, che rappresentano una perla del patrimonio storico e artistico della Nazione.
Sono proprio questi itinerari meno noti che dovrebbero essere il punto di riferimento per garantire il potenziamento infrastrutturale, turistico e culturale di un territorio che spesso risulta immeritatamente dimenticato; potremmo definirla un’altra Italia forse troppo nascosta ma non meno bella e certamente altrettanto carica di significati da scoprire.
Così il grazioso borgo di Roccalvecce e la vicina frazione di Sant’Angelo (il paese delle Fiabe) nella provincia di Viterbo rappresenta una meta da non perdere.
Ci troviamo in una valle di straordinaria bellezza, quella che accoglie i tre borghi di Celleno vecchia, Roccalvecce e Sant’Angelo.
Estranea fino a pochissimi anni fa a qualsiasi accenno di turismo, ha subito negli ultimi tempi una sorta di “boom” per una serie di motivazioni interconnesse: in primo luogo, il successo del “borgo fantasma” promosso dall’Amministrazione cittadina e da prodi volontari, in secondo luogo il più recente Sant’Angelo noto come il paese delle Fiabe. Qui c’è una sola trattoria, che tra i numerosi murales delle favole che colorano le casette del borgo, non poteva che chiamarsi Mastro Ciliegia.
Nel paese fantasma di Celleno invece oltre all’atmosfera particolarissima del borgo antico, il percorso offre una sorprendente vista sulla valle dei calanchi.
Raggiungibili dalla capitale in un’ora e mezza di macchina i tre borghi, a 15 minuti da Montefiascone sul lago di Bolsena, possono essere visitati in un solo giorno per la gioia di grandi e piccini.
Massimiliano Negri