Giovedì mattina, tre attiviste di Ribellione Animale hanno selezionato due sculture dei Musei Capitolini come strumenti per veicolare il loro messaggio attraverso un’azione diretta pacifica.
Un membro attivo, la diciannovenne di Valmontone Maria Sofia Federico, si è spogliata di fronte alla statua della Lupa Capitolina, mentre altre due, dopo aver lanciato finte ragnatele viola sulla statua di Marco Aurelio a cavallo, si sono ancorate al pavimento di fronte ad essa. Sui loro indumenti, gli slogan: ‘Stop agli animali nei circhi’ e ‘Ribellione Animale: Futuro Vegetale’.
Questo atto si colloca all’interno della Campagna Kimba, avviata l’1 febbraio con un atto di disobbedienza a Piazza del Popolo, nel cuore della capitale. La campagna di disobbedienza civile trae ispirazione dalla Ribellione di Kimba, il leone fuggito dal circo che lo teneva prigioniero lo scorso 11 novembre a Ladispoli.
“La fuga di Kimba rappresenta un atto di ribellione, di resistenza e di autodeterminazione dal quale, come esseri umani, possiamo imparare molto”, si legge ancora nel comunicato degli attivisti. Attraverso azioni dirette nonviolente, il movimento Ribellione Animale mira a ottenere la cessazione dell’utilizzo di animali non umani nei circhi e la loro liberazione.
Ribellione Animale, in una nota, esorta il governo italiano a porre fine allo sfruttamento degli animali nei circhi su tutto il territorio nazionale, emanando immediatamente un decreto legislativo che attui il comma 1 dell’articolo 2 della legge n.106/2022.
“La legge n.106 del 2022 è stata già approvata dal Parlamento ed è quindi in vigore, tuttavia il Governo non la sta rendendo effettiva, ma anzi continua a finanziare questi soprusi. Ribellione Animale chiede inoltre che tutti gli animali attualmente costretti ad esibirsi nei circhi italiani vengano liberati e reinseriti nel loro habitat naturale ove possibile, oppure che vengano trasferiti in santuari per animali esotici, con spazi conformi alla loro etologia e in grado di provvedere ai loro bisogni. La situazione nei circhi italiani è abominevole, gli animali sono costretti ad assumere comportamenti mai visti in natura, subendo maltrattamenti nocivi al benessere di qualsiasi essere vivente e degradanti per la loro dignità. Lo sfruttamento animale che avviene nei circhi è violento e opprimente. Tali pratiche non hanno alcun valore educativo o culturale, ma seguono solamente la logica specista di dominio e sfruttamento. I circhi italiani ogni anno ricevono pieno sostegno dal ministero della Cultura che finanzia le loro attività attraverso il Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo. Il ministro Gennaro Sangiuliano il 23 maggio 2023 ha staccato un assegno da 8,6 milioni di euro a favore delle attività circensi, incluse quelle che sfruttano animali non umani.”
Attualmente in Italia ci sono 54 circhi con animali non umani in tournée, con un totale di 2000 animali esotici coinvolti. Al contrario, più di 50 Paesi nel mondo hanno vietato l’uso di animali nei circhi in varie forme; solo in Europa, lo sfruttamento animale nelle strutture circensi è vietato in 17 Paesi.
Maria Sofia, attivista di Ribellione Animale, dichiara:
“Anche queste sculture testimoniano lo sfruttamento animale. È assurdo indignarsi perché protestiamo senza danneggiarle e allo stesso tempo non indignarsi per la crudeltà inflitta agli animali non umani nei circhi e negli allevamenti. Ci rivolgiamo a questi monumenti non per danneggiarli, bensì per mostrare come la celebrazione antropocentrica inscritta in essi sia ancora accettata nel presente: ora come un tempo si riteneva normale utilizzare gli individui non umani per gli interessi della nostra specie, rendendoli oggetti di intrattenimento e sottoponendoli a un consumo alimentare violento, ingiusto ed insostenibile. La zootecnia è tra le principali responsabili della crisi ecoclimatica; continuando così, non avremo neanche un futuro sul nostro pianeta. Chiediamo al governo di cessare i sussidi pubblici agli allevamenti e di attuare la legge n.106 del 2022 già esistente, che dichiara illegali i circhi con animali, al fine di eliminare una violenza che dovrebbe restare relegata nella polvere e ricoperta di ragnatele nella storia.”
Articolo a cura di Francesca Giovannini