Con il 2023 forti aumenti nei trasporti a causa dello stop al taglio delle accise. Rincari per assicurazioni, benzina e pedaggi.
Assoutenti stima un aggravio di spesa in media pari a 366 euro annui a famiglia, un aumento prodotto dall’effetto derivante dall’eliminazione al taglio delle accise. Il Codacons stima una maggiore spesa di 9,15 euro in più per ogni pieno.
Il 2023 si apre pertanto con un rialzo dei listini: +15 cent/litro su benzina e gasolio; +2,8% sul Gpl. Al costo maggiorato pesa l’Iva che determina un impatto complessivo sui prezzi del 18,3 cent/litro su benzina e gasolio.
Il taglio delle accise era stato applicato con l’approvazione del Decreto Ucraina bis che produsse una riduzione fino a dicembre del 2022 di 30,5 centesimi.
Le quotazioni dei prodotti petroliferi hanno fatto segnare un significativo aumento nei giorni scorsi con conseguente aumento del costo dei carburanti; indipendentemente dalla materia prima ciò che incide di più per il consumatore finale, al momento del rifornimento in pompa, sono i costi di estrazione, raffinazione, stoccaggio, trasporto, la distribuzione finale, le accise e l’Iva.
Il peso fiscale del carburante al litro in Italia è tra i maggiori in Europa senza parlare degli Stati Uniti dove la benzina costa la metà; in America sono inoltre stati introdotti dei fortissimi incentivi per la produzione di veicoli elettrici che potrebbe incidere negativamente sulla filiera dell’industria automobilistica europea.
Intanto il Presidente della Federazione Europea della logistica integrata (Feoli) Enrico Folgori chiede al Governo di valutare il rinnovo dello sconto per la benzina senza il quale un’ulteriore impennata dei prezzi è molto probabile. Senza una calmierazione dei prezzi dei carburanti ci sarà uno shock che sarà rinforzato dall’aumento dei pedaggi autostradali, un incremento di spesa per le aziende dei trasporti e un’inevitabile ricaduta sui prezzi al consumo con un’impennata dell’inflazione.
Massimiliano Negri