È iniziato il secondo collocamento dei titoli di Stato Btp Valore, un’apposita serie di strumenti finanziari dedicati esclusivamente agli investitori retail, compresi i risparmiatori individuali.
Questa emissione, che durerà fino al 6 Ottobre, offre tassi cedolari interessanti. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stabilito un tasso cedolare minimo garantito al 4,10% per i primi tre anni, con un aumento al 4,50% per i successivi due anni.
Una delle caratteristiche più interessanti di questa emissione è la distribuzione di cedole nominali pagate trimestralmente. Queste cedole saranno calcolate su tassi prefissati, in costante crescita nel tempo attraverso il meccanismo step-up.
I titoli hanno una scadenza di 5 anni, con un bonus finale di fedeltà pari allo 0,5% del capitale investito. Per rendere l’investimento ancora più attraente, sono previste agevolazioni fiscali, con una tassazione agevolata del 12,5% sui titoli di Stato e l’esenzione dalle imposte di successione su cedole e premio fedeltà.
Per valutare il potenziale rendimento di un investimento in Btp Valore, è interessante fare un confronto con l’emissione precedente a giugno, che aveva una durata quadriennale. In quella emissione, i tassi cedolari minimi garantiti erano del 3,25% per il primo e secondo anno e del 4% per il terzo e quarto anno.
Per dare un’idea più chiara del potenziale rendimento, prendiamo ad esempio un investimento di 10.000 euro in Btp Valore.
Anche se questa emissione ha una durata di un anno in più rispetto a quella di giugno, offre tassi migliori. Gli interessi netti annuali per il triennio 2024-2026 ammonteranno a 358,75 euro, mentre per gli ultimi due anni, 2027 e 2028, gli interessi annuali netti saranno di 393,75 euro. Questo porta a un incasso totale, compreso il premio fedeltà, di 1.907,5 euro netti dopo 5 anni, equivalente a un rendimento del +3,81% annuo.
In conclusione, l’emissione di ottobre dei Btp Valore offre una buona opportunità ai piccoli risparmiatori, con tassi cedolari interessanti e agevolazioni fiscali, superando il rendimento dell’emissione di giugno a parità di durata.
Tuttavia è sempre importante valutare attentamente anche alcuni aspetti, potenzialmente, meno positivi, quali ad esempio le clausole CACS, acronimo di “clausole di azione collettiva”. Sono clausole che, in casi estremi, danno la possibilità allo Stato che ha emesso un’obbligazione di richiedere agli obbligazionisti di accettare il taglio del valore nominale del titolo, oppure la riduzione delle cedole o l’allungamento delle scadenze.
Articolo a cura di Francesca Giovannini