Da Oriente partirono, seguendo una stella.
Con indosso le loro migliori vesti e in mano i doni più preziosi, si mossero verso Betlemme, per dare il benvenuto al bambino designato.
Si dice fossero tre, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.
Poco si sa realmente di loro, delle loro origini e della loro vera identità.
E forse è proprio questo alone di mistero a renderli così affascinanti.
Sono noti come re magi, ma è la tradizione letteraria a incoronarli sovrani.
Con il termine màgos (μάγος), in greco, venivano indicati i sacerdoti dello Zoroastrismo, culto diffuso nell’impero persiano e religione tra le più antiche al mondo.
I suoi seguaci erano studiosi, devoti alle scienze e agli astri e privi, per legge, di titoli nobiliari.
Solo in uno dei Vangeli canonici si parla del loro arrivo in Terra Santa: quello di Matteo, e anche qui le informazioni su di loro sono piuttosto scarne.
Si parla di magi, senza indicarne il numero.
Si parla d’Oriente, senza specificare il luogo esatto.
L’unica certezza sono i doni portati, tre: oro, il dono della regalità; incenso, il dono della spiritualità; mirra, il dono della consacrazione.
I loro stessi nomi sono frutto della tradizione.
Iniziano a diffondersi solo nel Medioevo e fanno riferimento a nomi di origine persiana, ebraica e babilonese.
Tra le leggende che avvolgono la storia dei magi, c’è quella che li riconduce a tre diverse provenienze: Africa, Asia ed Europa. Per la religione cristiana, questa interpretazione va a rappresentare l’omaggio dei continenti allora conosciuti al Re di Giudea appena nato.
Un’altra versione li vede come uomini di tre differenti età: uno giovane, uno di mezza età e uno anziano, al fine di rappresentare le tre generazioni attraverso le quali si muove la vita dell’uomo.
I magi, immagine di speranza e accoglienza, sono uno dei simboli più importanti della tradizione.
Ogni storia mette in luce una diversa verità, ma la più bella è quella che ci raccontano i nostri presepi: tre re, giunti da lontano, arrivano a onorare il Bambino appena nato.
La stella che li guida, simbolo di pace, gli fa augurare una nuova era, ricca di generosità e belle speranze. E anche noi ci auguriamo che questa Epifania possa essere per tutti il segno di un nuovo inizio, di luce, di pace e di bontà.
Beatrice Roscioli