Il turista inglese di origine bulgara che si è messo a scrivere il nome della fidanzata su un muro del Colosseo, si è giustificato col dire “non lo conosco” ed è questo che merita un’attenta riflessione perché rappresenta l’espressione dell’europeo di oggi.
Già in passato intellettuali italiani definivano questi vacanzieri come “la calata dei barbari” e non si riferivano a migranti del Nord e Centro Africa e nemmeno ad orde provenienti dalla steppa, ma si riferivano ai centomila vacanzieri che affollano le vestigia del nostro passato per farne uno sfondo di un selfie. Ecco quindi i nuovi Vandali!
Come non ricordare il giovane turista americano fermato all’aeroporto con un pezzo di muro di una casa di Pompei ed i turisti che si siedono e fanno il picnic sui reperti antichi senza alcun rispetto per i luoghi e per quello che rappresentano per noi italiani e romani.
Non tutti sanno che l’Unione Europea ha deliberato l’abolizione dei numeri romani ed anche la nostra scuola sorvola sulla storia romana.
Questo rappresenta una rinuncia alle nostre radici, alla memoria e una spinta ad affermare “dimentica chi eravamo”, la logica conseguenza di questo messaggio è che il vacanziere immerso nel suo continuo presente, sicuro di scordare il giorno dopo le tappe del suo vagabondaggio postmoderno, cerca di annotare il ricordo di se stesso sul muro del Colosseo.
Quel muro è qualcosa di sacro non solo per il sangue del martirio dei protocristiani che lo rendono sfondo della Via Crucis del Venerdì Santo, ma anche perché rappresenta il segno della grandezza immortale di Roma e dell’Italia.
Il muro del Colosseo dovrebbe essere come il muro del pianto a Gerusalemme che rappresenta il muro dell’antico tempio di Salomone oggetto non di sbadato turismo, ma di pellegrinaggio laico e nazionale. Il muro del Colosseo quindi è segno visibile della nostra storia e del nostro destino!
Non è solo un bene culturale, ma rappresenta il luogo intimo dei segreti, dei ricordi e dei sogni. Così come Piazza Navona e Fontana di Trevi, il Colosseo rappresenta non solo il nostro passato, ma anche il nostro avvenire.
Chi scrive sopra le pietre di Roma, ci toglie sia il passato che il futuro!