Un nuovo protagonista è entrato nella scena dei social: si tratta di Threads, il recente lancio di Meta che molti già considerano come il nuovo Twitter.
Meta ha presentato Threads come un’app di messaggistica ma l’ha successivamente definito come un “Instagram basato sul testo”. Da quando è stato lanciato a luglio (in America e in altri Paesi al di fuori dell’Europa), l’app ha già subito notevoli miglioramenti, tra cui l’aggiunta di un’esperienza web, un feed seguiti, la possibilità di modificare i post, effettuare ricerche con parole chiave, e altro ancora.
Meta ha dichiarato che continuerà ad ascoltare i feedback della community per migliorare ulteriormente l’esperienza dell’utente.
Threads consente agli utenti di pubblicare messaggi, chiamati “thread”, rispondere ad altri utenti e seguire profili di interesse. I thread possono includere messaggi lunghi fino a 500 caratteri, superando significativamente il limite di 280 caratteri di Twitter. Possono anche contenere brevi pezzi di testo, link, foto, video o una combinazione di essi.
Come sugli altri social di Meta, le persone possono seguire il tuo profilo per visualizzare i tuoi thread e le risposte nel loro feed.
Il feed sarà quindi un mix di post di persone seguite e contenuti consigliati. Gli utenti possono rispondere, ripubblicare o citare i post direttamente dal feed, in modo simile a Twitter.
Meta afferma di aver sviluppato Threads “con strumenti per consentire conversazioni positive e produttive”. Gli utenti possono aggiungere parole nascoste per filtrare le risposte ai loro thread, bloccare, limitare o segnalare un profilo direttamente dall’app.
Nonostante le nobili intenzioni alla base di quest’app, questo social, purtroppo, come altri, si sta trasformando in un terreno fertile per haters e cyberbulli. Un triste esempio è la tiktoker italiana Jenni Serpi, la cui unicità nel portare innovativi contenuti sulla LIS, la lingua dei segni italiana, è stata oscurata da un’opzione dell’app frequentemente sfruttata dagli haters: la possibilità di rispondere tramite vocali, utilizzata per deridere e prendere in giro la ragazza.
Articolo a cura di Francesca Giovannini