In questi giorni arrivano le statistiche degli iscritti alle Scuole Secondarie superiori per l’anno scolastico successivo ed è necessaria una riflessione. Solo una decina di anni orsono si discuteva sulla principale scuola formativa e sulla scuola che insegnasse una metodologia di studio che consentisse di affrontare l’Università e poi la vita dal punto di vista professionale. C’era allora l’aforisma “gli esami non finiscono mai” ed un corso di studi come quello del liceo classico era il più’ formativo ed il più’ completo. Nell’anno 2023-24 solo il 5,8% dei ragazzi che usciranno dalla Scuola Media si iscriverà al Liceo Classico. L’anno scorso la percentuale era già scesa al 6,2%. Eppure le iscrizioni ai Licei sono passate dal 56,6 al 57,1%. Dal momento che il liceo scientifico resta stabile al 26%, si deve registrare un incremento del Liceo delle Scienze Umane e dei Licei detti “leggeri”. Secondo Alcuni ricercatori le famiglie ed i ragazzi diserterebbero il Liceo Classico perché attratti da indirizzi che danno lavoro e guadagno subito.Le statistiche però smentiscono questa vulgata. Gli ITIS (Istituto Tecnico Industriale Italiano) passano dal 20,4 al 19,4% , Informatica e Telecomunicazioni stanno ferme al 6,4% Meccanica Chimica e Meccanotronica oscillano tra il 2,8 ed il 2,4%. I Professionali scendono dal 12,7 al 12,1%.
Quindi, secondo questi dati, le famiglie scelgono sempre meno, con l’eccezione della Germania e Paesi post Comunisti, la formazione del lavoro. Ma allora: perché si scelgono i Licei Leggeri e sempre meno il Classico? La causa è la più’ banale: forse le famiglie non vogliono che i figli facciano fatica, che si stressino, che falliscano. Si tratta di una scelta morale, è la diserzione educativa. Dunque no Liceo Classico…
É la sindrome della bambagia, i figli debbono essere tenuti alla larga dalle difficoltà con il mondo reale. Da queste considerazioni, si può fare una riflessione sulla cultura media del nostro Paese: è un paese, come sostiene un mio conoscente, che sta consumando le scorte e le sementi del nostro passato!!
Perché queste percentuali ed in particolare il calo delle iscrizioni al Liceo Classico preoccupano le attuali classi dirigenti ed intellettuali?
1) Il Liceo Classico è stato sempre il luogo della formazione delle classi dirigenti socio- economiche e politiche dell’Italia dal 1861 :liberali, fasciste ,repubblicane
2) Il declino del Liceo Classico trascina a valle il “sapere di civilta”. Per classico si intende la Storia della Letteratura, della Filosofia, a partire dai Greci, dai Latini, dai Padri della Chiesa.
Le ragioni di classe risalgono a Gabrio Casati (1859) e Giovanni Gentile le ha ribadite 100 anni fa. Il Liceo Classico per le classi dirigenti, tutto il resto per le subalterne. É così che nel nostro paese, negli ultimi decenni, le famiglie in cerca di riscatto sociale non puntano più sul Liceo Classico ma sui Licei Leggeri e considerano l’istruzione tecnica e professionale di serie B e C.
Comunque ancora oggi il sapere umanistico è privilegiato a quello scientifico e tecnologico coerentemente con l’ispirazione idealistica della cultura nazionale, quella della sinistra compresa. In conclusione, qualsiasi strada un ragazzo voglia percorrere (Insegnante, Medico, Falegname, Operatore ecologico ecc) ha il diritto/dovere di attingere alle sorgenti universali della nostra storia e della nostra cultura. E se tutti gli indirizzi, dai Licei ai professionali, offrissero l’essenziale dell’eredità classica-cristiana, senza la ghigliottina del Latino e greco, queste due lingue potrebbero essere oggetto di studio di un liceo linguistico. Continuiamo ad aver bisogno di linguisti, traduttori, filologi.
Con la speranza che questa lettera inviata al Direttore possa essere espressione di un dibattito, perché purtroppo l’orientamento politico, viste le richieste dei ragazzi e dei loro genitori, è di abolire il liceo classico.
Piero Negri