L’intelligenza artificiale è destinata a diventare una delle più importanti fonti tecnologiche in tutti i campi, dalla cultura all’industria; si tratta certamente di fare i conti con una nuova era nella quale l’intelligenza artificiale è in grado di plasmare un nuovo modello socioeconomico e gestire la situazione geopolitica globale attraverso l’elaborazione di dati algoritmi e big data.
Alcuni parlano di una quarta rivoluzione industriale composta sia dall’I.A. che dall’internet of things e la rete 5G.
Alcuni mestieri sono stati già sostituiti dalla tecnologia di prima generazione, pensate alle proiezioni scenografiche nei teatri in sostituzione delle quinte mobili, queste ultime caratterizzavano il cambio scena attraverso il coinvolgimento di macchinisti, falegnami, carpentieri ecc; la sostituzione tramite il web delle biblioteche che arredavano le nostre case e di quelle che rappresentavano l’unico archivio nazionale di riferimento per le particolari ricerche storiche, biografiche e scientifiche, ed ancora le automobili che diventano sempre più automatizzate fino a sostituirci nella guida.
L’intelligenza artificiale è molto di più e gli scenari che ne derivano sono immensi e forse preoccupanti ma contemporaneamente vantaggiosi per un certo sviluppo economico.
La nuova tecnologia può, per esempio, elaborare un testo unico e addirittura poetico attingendo a miliardi di volumi, non basterebbe una vita per leggerli tutti e nel caso in cui fosse possibile non potrebbero mai essere ricordati da un uomo.
Eppure c’è qualcosa che l’uomo non potrà mai programmare in una macchina, le emozioni; un programmatore potrebbe far piangere un robot in coincidenza di alcune frasi “è morto il Presidente…..” ma il pianto simulerebbe l’azione umana depauperandola di quel complesso sentimento che neanche la nuova tecnologia potrà mai captare.
Aspettiamoci quindi un mondo sempre più informatizzato e meno umano ma non escludiamo il ritorno a quegli antichi valori che trovano nello spirito dell’uomo la forza più importante per costruire un futuro migliore.
Massimiliano Negri