Una campagna d’informazione molto importante, intrapresa da Roma Capitale con l’arrivo dei mesi più caldi, riguarda il contrasto alla diffusione e all’infestazione della zanzara tigre (Aedes albopictus) e zanzara comune (Culex pipiens).
Divulgare elementi chiave, come le loro rispettive morfologie e i comportamenti adottati nelle scelte degli habitat ideali, si rende necessario per mobilitare tutta la comunità verso quei semplici accorgimenti che, più di tutti, potranno limitare la proliferazione delle due zanzare.
Il pericolo delle zanzare tigre diventa concreto nel momento in cui, in località calde e umide come le nostre, la proliferazione di questi insetti aumenta drasticamente e diventa più rapida del normale.
La zanzara tigre, in gergo “Aedes Albopictus”, proviene dall’Asia sudorientale ed è nota per la sua straordinaria capacità di adattamento rispetto ad ambienti nuovi e sconosciuti. Oltre alle diffuse striature bianche lungo il corpo, è in particolare la scelta dei focolai a differenziarla da quella nostrana: ad esempio, la zanzara tigre depone uova ovunque ci sia un ristagno d’acqua, questo perché sono gli ambienti acquatici a garantire lo sviluppo dell’uovo in larva e della larva in pupa. È quindi necessario svuotare più spesso i sottovasi, così come l’acqua nei vasi dei fiori al cimitero, e conservare capovolti i recipienti senza mai abbandonarli all’aperto. Una doverosa parentesi riguarda gli impianti climatici, da predisporre in una maniera che faccia defluire la condensa prodotta in appositi apparati di scarico.
L’umidità è quindi un grande alleato delle zanzare tigri, che quindi tendono a scegliere tutte quelle abitazioni dotate di cortili e giardini, la cui vegetazione corrisponde a maggiori livelli di umidità e alla possibilità di trovare riparo per le zanzare. Vasche e fontane ornamentali possono fungere da trappola se adibite con pesci rossi e gambusie, che per natura si nutrono proprio delle larve di zanzara tigre.
Per i suoli agrari in generale, e ovunque non sia possibile eliminare i ristagni d’acqua, bisognerà utilizzare specifici prodotti larvicidi a base di Bacillus Thuringiensis, un batterio presente in natura che quindi non rappresenta alcun pericolo di tossicità per persone o animali, e privo di controindicazioni di impiego. Reperibili nelle rivendite agrarie e nei negozi specializzati, i prodotti sono inoffensivi per insetti utili come impollinatori e api, e saranno da applicare su tombini e caditoie come previsto dall’agenda dell’amministrazione, che agirà anche sulla base delle segnalazioni dei cittadini. Le caditoie, soprattutto se situate in fondi privati, possono essere alimentate non solo dall’acqua piovana ma anche da attività come innaffiatura o lavaggio d’auto, meritando quindi maggiore attenzione.
Articolo a cura di Mattia Parravano